Le lacrime non fanno rumore
Che le lacrime non facciano rumore è vero oggettivamente.
Possono avere un sapore; un gusto salato come l’acqua del mare, ma non esistono lacrime che producano un suono.
Silenti e subdole, si insinuano nelle pieghe del viso, colano dagli occhi come acqua santa da raccogliere e custodire.
Senza che nessuno le senta scendere, come l’acqua che leviga e modella le rocce, le lacrime creano solchi e screpolature.
Ma non sul viso, no. Dentro. Sotto. Dietro. Laddove si era tentato di occultare le cause del nostro dolore: nell’interiorità.
Lavorano silenziose, fino a toccare le amare corde della malinconia, che fa vagare in cerca di chissà che cosa;
per finire immerse nella nostalgia, che improvvisamente impone il perturbamento del ricordo.
L’acuto e sussurrato sentire che si percepisce tra le pagine di
questo progetto fotografico è la malinconia per un passato che non c’è più, un desiderio di tornare a quei giorni spensierati, prima della bufera che ha sepolto tutto. Un dare risonanza alle ombre, all’inattuale, al non detto. Ma è anche vivere tendendo sempre a qualcosa: con la consapevolezza però, che mai si potrà raggiungere e che sempre ci mancherà.
Un desiderio in potenza.
Ciò che non è stato mai detto, che non si è mai avuto il coraggio di esprimere, quello che corrode da dentro, è tutto racchiuso in questo lavoro. Il riconoscersi e il ritrovarsi; i retroscena dei rapporti e gli affetti, ne fanno da cornice tra dubbi ed insicurezze.